Tag: Nico Piro

Comincia il Book Tour

         ::::::IN CONTINUO AGGIORNAMENTO:::::::::ULTIMO UPDATE 6/11/19::::::::::::
Mentre attendiamo l’arrivo delle prime copie del mio nuovo libro sull’Afghanistan dalla tipografia, grazie all’entusiasmo di tante persone a cui sta a cuore il racconto della crisi afghana – la crisi dimenticata per eccellenza – stiamo organizzando un calendario di presentazioni in giro per l’Italia.
Gli incontri sono tutti ad ingresso gratuito. Nell’elenco che segue cliccando sul luogo dove si svolgono, caricherete indirizzo e indicazioni stradali. Ecco tutti gli appuntamenti:

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Corrispondenze Afghane – Il libro

Il mio prossimo libro sull’Afghanistan è pronto e sta per essere spedito a chi lo ha preacquistato mentre si prepara un lungo book tour in giro per l’Italia (qui per le prima date). Nell’attesa che arrivino le prime copie dalla tipografia vi anticipo il titolo e altre informazioni utili:


CORRISPONDENZE AFGHANE
Storie e persone in una guerra dimenticata Continua a leggere “Corrispondenze Afghane – Il libro”

Il mio zaino

Tasmanian tiger
Durante i seminari di Mojo Italia si sono ripetute le domande sul tema dello “zaino” cioè dell’attrezzatura da usare sul campo, quale usare (evitando di portarsi dietro troppo o troppo poco), come trasportala e come renderla immediatamente accessibile in un lavoro dove pochi secondi possono fare la differenza. Continua a leggere “Il mio zaino”

Che cos’è la guerra?

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KABUL – Se volete rispondere davvero a questa domanda – che cos’è la guerra – questa volta potete farlo senza grosse difficoltà, senza dovervi sorbire gli esperti di turno o leggere qualche impegnativo saggio. Guardare questi tre bambini, sono tra le dozzine di feriti arrivati oggi all’ospedale di Emergency a Kabul. Li ho seguiti da quando sono entrati attraverso il “main gate”, l’ingresso dove arrivano taxi carichi di feriti, ambulanze e dove si accalcano i parenti, feriti, una folla a volte persino feroce; l’ingresso dove stamattina un agente dell’NDS (i servizi afghani) mi ha chiesto di togliermi da lì perché aspettavano che l’attacco di un kamikaze un giornalista che faceva riprese avrebbe “incentivato” l’azione, alzano il valore del target colpito. Continua a leggere “Che cos’è la guerra?”

Saluti da Kabul

Sul portico della mia guest house, ho davanti una tazza di tè verde, un piatto di riso kabuli e di pane nan, quello piatto, cotto sulle pareti dei forni scavati nel terreno.
Basta questo a farmi sentire a casa, finalmente, cinque anni dopo.
Esattamente come basta poco, in una zona di conflitto, ad abituarti a quello che, altrove, sarebbe anormale: il “clak” del colpo che entra in canna, negli Ak-47 delle guardie in giardino, gli chinook che attraversano il cielo (magari portando nei loro compund blindato quelli che non vogliono affrontare la strada più pericolosa del mondo, la airport road), il clangore del doppio portone blindato che si apre in sequenza.
Quando un auto si avvicina all’ingresso, le due enormi ante fanno gridare i cardini: l’ispezione anti-bomba viene completata e solo allora si apre il secondo portone mentre il primo resta chiuso.
La città è tappezzata di manifesti per le elezioni di sabato prossimo, le parlamentari. La situazione sicurezza sembra stabile con migliaia tra soldati e poliziotti dispiegati in città, ma la vulnerabilità di Kabul è tale che non può essere cancellata in una notte. E a ipotecare queste elezioni potrà essere più il pericolo dei brogli che la violenza, il che è tutto dire sulla tenuta della cosiddetta democrazia afghana.

Come avete capito leggendo sin qui, il lavoro sul campo per completare il mio prossimo libro sull’Afghanistan è cominciato da qualche ora.
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La guerra, le storie, la Storia spiegata ad un bimbo di sei anni

 

Pietro Masturzo è uno dei più grandi talenti del fotoreportage italiano, nel 2010 gli è stato assegnato un premio che vorrebbe qualunque fotogiornalista: il Word Press Photo Award. per un suo straordinario lavoro sulla rivoluzione “verde” in Iran, la visione “laterale” di un evento che era sotto gli occhi di tutti e che tutti raccontavano allo stesso modo.
Grazie al Premio Subito (diretto da Francesca Milano e Daniele Bellasio) e agli enti locali di Gressoney e della Val d’Aosta, al pubblico è stata data la rara opportunità di visitare una mostra di fotogiornalismo (genere negletto nel nostro triste Paese) intitolata “Excursus”, l’antologica di Pietro.
Domenica, pochi minuti prima della sua chiusura, ho avuto l’occasione di visitarla con mio figlio Alex, 6 anni, a cui Pietro ha spiegato la Storia dentro e le storie dietro le sue fotografie. E’ stata una di quelle esperienze uniche e che – anche per via del dislivello “verticale” tra i due protagonisti – ho deciso di girare per il mio canale instagram, comunque ve la ripropongo anche sul mio canale Vimeo. Comunque la pensiate credo sia   vera “informazione di servizio”, la realtà del mondo quella che puzza di carne bruciata, cordite, sangue rappreso e feci raccontato con la delicatezza di un padre (Pietro è papa’ di Nina, tre anni) ad un bimbo, senza dover calcare la mano con aggettivi e dettagli che spesso servono sono a spettacolarizzare l’informazione ma non a raccontare di più.
Clicca qui per vedere tutti i video (al di fuori da InstagramTv), quindi senza necessità di log in su Instagram.

Manca meno di una settimana a Mojo Italia. Ecco cosa dovete sapere

Ottocento venti opere in concorso da 82 Paesi del mondo, più di mille posti occupati nei seminari (su circa mille e duecento disponibili), diversi workshop già “sold out” e con lunghe liste d’attesa.
Manca meno di una settimana a Mojo Italia e questi sono i primi numeri sulla manifestazione. A guardarli così verrebbe voglia di parlare di successo della più grande operazione di divulgazione e aggiornamento professionale, gratuita, che si ricordi in anni. Ma è troppo presto per fare affermazioni del genere: siamo una piccola squadra di volontari, la nostra è una manifestazione “povera” (non di contenuti ma di soldi), la stiamo realizzando con un budget ridicolo, senza soldi pubblici e con il solo sostegno di sponsor (per lo più internazionali). Dopo mesi di duro lavoro, la sfida comincia ora per far funzionare al meglio la macchina.
L’invito ai partecipanti è: “dacci una mano a superare eventuali inconvenienti e abbia pazienza se non tutto funziona alla perfezione. Sappi che ce la stiamo mettendo tutta”.

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Le storie degli altri

Chi fugge da un luogo pericoloso, dalla guerra, dalla pulizia etnica, da una faida tribale, dalla persecuzione etnico-religiosa, crea una distanza fisica dal suo passato ma è destinato a portasi dietro la propria storia, per sempre, anche se riuscirà “altrove” a ricostruire per sé un’apparente dimensione di vita.
La diffidenza, l’ignoranza e le generalizzazioni (di ogni segno, comprese quelle sull’accoglienza “esibita”) ci impediscono di capire le storie di chi fugge e di comprendere come il suo passato, troppo spesso, sia destinato a tornare nel presente perchè chi se ne è allontanato, l’ha potuto fare solo in termini di coordinate geografiche.
Si tratti di un parente ammalato, di un amico in pericolo, di un’estorsione, di un ricatto o della richiesta di un favore a cui non puoi opporti, il passato ritorna sempre o quasi, è statistico ; sempre o quasi attraverso quei cari che ti sei lasciato alle spalle e che ti hanno aiutato a fuggire.
Presentato oggi alla stampa alla Casa del Cinema (dal 20/9 nelle sale), il film di Costanza Quatriglio “Sembra mio figlio” ha il merito di aprire un varco nella barriera “invisibile” che separa noi dalle storie di rifugiati e migranti. Ha il merito di mostrarci uno spaccato che è specifico, dettagliato, individuale: una storia vera, di certo verosimile ma non per questo “universalizzabile”, categoria che , in un modo o nell’altro, finisce sempre per sminuire il dramma del singolo.
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Perchè Mojo Italia sta “spaccando”? C’è speranza per un giornalismo fatto diversamente?

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Per andare in diretta con uno smartphone basta pochissimo: un microfono, un supporto e ovviamente la batteria carica

Premessa 1: Questa non è un’auto-celebrazione (per assenza di concorrenti sono il direttore e l’ideatore di Mojo Italia), è un pensare ad alta voce, a tratti con una certa incredulità.

Premessa 2: Mojo Italia è il primo festival italiano di mobile journalism e di smart filmaking (produrre notizie multimediali e raccontare per immagini usando strumenti a basso budget come gli smartphone) si svolge alla Casa del Cinema di Roma, “nella splendida cornice” di Villa Borghese. Dal 21 al 23 settembre (occhio il seminario del 23 è presso la sede di ASR) Stampa Romana e l’Associazione Italiana Filmaker offrono 15 seminari gratuiti con i top expert italiani, accreditati per la formazione obbligatoria dei giornalisti (ma aperti anche ai non giornalisti.
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