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Le storie degli altri

Chi fugge da un luogo pericoloso, dalla guerra, dalla pulizia etnica, da una faida tribale, dalla persecuzione etnico-religiosa, crea una distanza fisica dal suo passato ma è destinato a portasi dietro la propria storia, per sempre, anche se riuscirà “altrove” a ricostruire per sé un’apparente dimensione di vita.
La diffidenza, l’ignoranza e le generalizzazioni (di ogni segno, comprese quelle sull’accoglienza “esibita”) ci impediscono di capire le storie di chi fugge e di comprendere come il suo passato, troppo spesso, sia destinato a tornare nel presente perchè chi se ne è allontanato, l’ha potuto fare solo in termini di coordinate geografiche.
Si tratti di un parente ammalato, di un amico in pericolo, di un’estorsione, di un ricatto o della richiesta di un favore a cui non puoi opporti, il passato ritorna sempre o quasi, è statistico ; sempre o quasi attraverso quei cari che ti sei lasciato alle spalle e che ti hanno aiutato a fuggire.
Presentato oggi alla stampa alla Casa del Cinema (dal 20/9 nelle sale), il film di Costanza Quatriglio “Sembra mio figlio” ha il merito di aprire un varco nella barriera “invisibile” che separa noi dalle storie di rifugiati e migranti. Ha il merito di mostrarci uno spaccato che è specifico, dettagliato, individuale: una storia vera, di certo verosimile ma non per questo “universalizzabile”, categoria che , in un modo o nell’altro, finisce sempre per sminuire il dramma del singolo.
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Morti col GPS

TWITTER AFGHANISTAN
Manifestazioni di supporto all’Afghanistan (“organizzate” con Photoshop… in chiave polemica per il disinteresse del mondo)

Nelle ore in cui una parte dell’informazione italiana (e di quella mondiale) faceva – inconsapevolmente – il gioco della propaganda del califfo, coprendo i fatti di Monaco all’inseguimento di paranoie e panico, non senza presenzialismi di sorta, a Kabul tre kamikaze si muovevano in mezzo ad una folla enorme che protestava pacificamente. Dei tre solo uno riusciva a farsi esplodere, ma il risultato – nell’algebra della morte – era comunque tremendo: ottanta morti e oltre duecento feriti. Un vero mattatoio come racconta questo tremendo video.
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