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Manca meno di una settimana a Mojo Italia. Ecco cosa dovete sapere

Ottocento venti opere in concorso da 82 Paesi del mondo, più di mille posti occupati nei seminari (su circa mille e duecento disponibili), diversi workshop già “sold out” e con lunghe liste d’attesa.
Manca meno di una settimana a Mojo Italia e questi sono i primi numeri sulla manifestazione. A guardarli così verrebbe voglia di parlare di successo della più grande operazione di divulgazione e aggiornamento professionale, gratuita, che si ricordi in anni. Ma è troppo presto per fare affermazioni del genere: siamo una piccola squadra di volontari, la nostra è una manifestazione “povera” (non di contenuti ma di soldi), la stiamo realizzando con un budget ridicolo, senza soldi pubblici e con il solo sostegno di sponsor (per lo più internazionali). Dopo mesi di duro lavoro, la sfida comincia ora per far funzionare al meglio la macchina.
L’invito ai partecipanti è: “dacci una mano a superare eventuali inconvenienti e abbia pazienza se non tutto funziona alla perfezione. Sappi che ce la stiamo mettendo tutta”.

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Perchè Mojo Italia sta “spaccando”? C’è speranza per un giornalismo fatto diversamente?

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Per andare in diretta con uno smartphone basta pochissimo: un microfono, un supporto e ovviamente la batteria carica

Premessa 1: Questa non è un’auto-celebrazione (per assenza di concorrenti sono il direttore e l’ideatore di Mojo Italia), è un pensare ad alta voce, a tratti con una certa incredulità.

Premessa 2: Mojo Italia è il primo festival italiano di mobile journalism e di smart filmaking (produrre notizie multimediali e raccontare per immagini usando strumenti a basso budget come gli smartphone) si svolge alla Casa del Cinema di Roma, “nella splendida cornice” di Villa Borghese. Dal 21 al 23 settembre (occhio il seminario del 23 è presso la sede di ASR) Stampa Romana e l’Associazione Italiana Filmaker offrono 15 seminari gratuiti con i top expert italiani, accreditati per la formazione obbligatoria dei giornalisti (ma aperti anche ai non giornalisti.
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Per il mio libro in uscita sul Mobile Journalism (manuale pubblicato da Centro di Documentazione Giornalistica, in uscita a settembre) mi è stato chiesto un ritratto per il retro di copertina, l’ho fatto così: citazione di Michel Gondry.
La nostra identità è smart? O lo smartphone ha divorato la nostra identità?

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Riccione e Roma

 

“Raccontare le crisi senza telecamera”, un titolo provocatorio (ma nemmeno tanto) per il seminario che, domenica 3 giugno, ho tenuto al festival DIG di Riccione (Documentari Inchieste Giornalismo, evento che ha raccolto il testimone del Premio Ilaria Alpi), un workshop nel corso del quale ho affrontato il tema del racconto per immagini attraverso strumenti diversi dalla classica telecamera a spalle: dalle mirrorless agli smartphone, dalle camere a 360 gradi fino alle GoPro.

A Stampa Romana è tornato invece il corso avanzato di mojo, il 5 e il 6 giugno, con Enrico Farro. Di tutti i corsi di mobile journalism, quello avanzato (nel burocratico linguaggio della formazione “di secondo livello”) è il mio preferito perché è un workshop i cui partecipanti hanno già “i fondamentali” grazie al “primo livello”; quindi ci si può divertire simulando conferenze stampa, realizzando still life come per video recensioni, costruendo storie di Instagram e servizi da tg. Anche questa volta, il tutto tenuto insieme dal collante dell’entusiasmo.

Prossimi appuntamenti con il MOJO

Sono tre i prossimi appuntamenti con il mobile journalism, nell’attesa di una sorpresa che a breve vi sveleremo.

Benevento, 20 maggio

Durante il festival “Porti di Terra” della Caritas, con Enrico Farro, terremo un seminario (gratuito) sul mojo per il sociale: “Dare voce a chi non ha voce”. Qui per iscriversi.

Riccione 3 giugno

“Raccontare le crisi per immagini – Come realizzare un servizio senza telecamera” è il titolo del seminario (gratuito e accreditato OdG) che terrò durante il festival DIG e nell’ambito del suo ricco programma di seminari. Qui per saperne di più
Roma 5-6 giugno

Ritorna il corso avanzato di mojo a Stampa Romana, per saperne di più cliccate qui.
Il corso è accreditato con l’Ordine dei Giornalisti ed è in piattaforma Sigef.

Storie che attendono di esser raccontate

Nei giorni scorsi, con Enrico Farro dell’Associazione Italiana Filmaker, ho tenuto un breve seminario sul mobile journalism al 40mo convegno nazionale della Caritas, ad Abano Terme.
Le prospettive per il mojo sono entusiasmanti quando si tratta di sociale, insomma di dare voce a chi non ha voce perché è uno strumento leggero, semplice da usare e dotato di immediatezza nella distribuzione dei contenuti.
Se questa è una bella sensazione per chi divulga il mojo, resta però un rammarico: Continua a leggere “Storie che attendono di esser raccontate”

Effetto Mojo

Effetto Mojo

DSC_1377.JPGNegli ultimi cinque giorni, da lunedì 23 a venerdì 27 ottobre, abbiamo affrontato due corsi, quello di Bologna (base) e quello di Roma (avanzato), sempre con lo stesso obiettivo tentare di diffondere tra i colleghi (di ogni ordine, grado e soprattutto “media”) gli strumenti di produzione che la rivoluzione degli smartphone ci mette a disposizione, possibile risposta alla crisi (economica) del giornalismo assediato dalla transizione digitale.
Questi corsi sono pensati come momenti di condivisione, il grosso flusso evidentemente va da noi che “insegniamo” (brutto termine ma non volevo ripetere la parola condividere) e chi partecipa. In realtà si tratta di momenti in cui, tutti imparano: noi per primi. Impariamo qualcosa in più sulle esigenze dei colleghi, distribuiti in campi e generi spesso lontani (dall’ufficio stampa di un comune di medie dimensioni ad un documentarista per testate di livello mondiale, passando per il cronista di un tg tra i più visti del Paese); impariamo qualcosa in più dagli strumenti che le richieste della platea spesso portano al limite.
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Mojo in trasferta, Bologna e Milano


Per la prima volta i corsi di Mobile Journalism – che abbiamo lanciato a Stampa Romana portando il mojo in Italia – si stanno spostando dalla capitale. Il 23 e 24 ottobre con Enrico Farro dell’associazione Filmaker siamo stati a Bologna, prima tappa “fuori porta”, ospiti del sontuoso Palazzo Magnani nel centro storico. Prossima tappa a Milano, il 6 e 7 novembre (qui per dettagli e info d’iscrizione). Questi due corsi vengono organizzati dal Centro di Documentazione Giornalistica, storico riferimento per l’aggiornamento professionale per i giornalisti italiani. Va detto che si tratta dell’unica struttura – per giunta specializzata – che ci ha consentito di portare il mobile journalism fuori Roma (quindi oltre il territorio di competenza di Stampa Romana, che nell’abbracciare il mojo è stata coraggiosa pioniera) conservando il nostro spirito: quello di divulgare, di condividere nuovi strumenti per una professione che se non cambia muore.