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Mo-Jo in Campagna


Questa campagna elettorale per le presidenziali americane, mi sta consentendo di sperimentare ulteriormente i vantaggi del mobile journalism sia per le produzioni multi-piattaforma che per i giornalisti dei grandi network televisivi (per “grandi” è da intendersi di dimensioni aziendali tali da essere organizzati secondo il modello tradizionale giornalista-cameraman). I vantaggi per le produzione leggere…beh quelli sono già ampiamente noti e ne abbiamo parlato varie volte in questo blog e nei corsi in giro per l’Italia.
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Mojo Live

 

Per la Rai, con l’operatore Ettore Cianchi e la montatrice Valentina Di Mambro, stiamo viaggiando negli Stati Uniti per capire meglio lo scenario di quelle che, secondo molti, sono  le elezioni più anomale della storia del Paese a stelle e strisce. Anche con il “workflow” tipico di un grande network (operatore + montatore) il mobile journalism è di grande aiuto non solo per la produzione finalizzata alla tv ma anche (e in questo caso, soprattutto) per le iniziative multimediali e in particolare sui social. Durante l’evento con Bill Clinton, sabato all’università di Cleveland, con il rig che vedete nelle foto abbiamo realizzato una diretta FaceBook, penso rispettando (a livello di audio, inquadratura e illuminazione/esposizione) quel livello qualitativo necessario a diferenziare un prodotto professionale ma senza impegnare la camera principale, occupata a seguire l’evento e a girare il materiale necessario poi a confezionare i servizi per la tv.
Il rig era composto da un sostegno/impugnatura Vello – pensata per lo sport e le action camera – una luce a Led della Genaray, un supporto joby, un microfono “gelato” della iRig e infine il cavalletto GorillaPod servito ad agganciare il rig su una delle ringhiere della tribuna stampa.

PS: trovate la diretta sulla mia pagina FB e su quella di RaiNews24

MoJo, the Italian way

Due giornate stracolme di frame per secondo, standard di compressione, app di montaggio e di ripresa, piattaforme contro, domande, problemi, curiosità, richieste, esigenze di produzione svariate e non eventuali. E’ andata così la seconda edizione del corso di Mobile Journalism e Phone-o-Graphy (un unicum in Italia) organizzato dall’Associazione Stampa Romana: un successo, per numero di partecipanti (40 giornalisti, posti esauriti) e per entusiasmo. Con Enrico Farro dell’Associazione Filmaker, sono tornato sul luogo del delitto per mostrare come lo smartphone possa essere uno strumento decisivo per il giornalismo contemporaneo (questa volta dedicato non solo ad iOS ma anche alla piattaforma Android). Da ormai più di un anno sto tentando di diffondere il “verbo” del mo-jo anche in Italia e corsi come quello di Stampa Romana (grazie al segretario Lazzaro Pappagallo per il coraggio) o della settimana scorsa a Trento presso Elasti.co dimostrano che c’è grande entusiasmo e le prospettive di crescita sono praterie.

Mo-Jo/Mobile Journalism

Mo-Jo/Mobile Journalism

IMG_20160131_140853In vista del corso sulla phone-o-graphy che si terrà all’Associazione Stampa Romana il prossimo 11 e 12 aprile (qui i dettagli) sul blog della Beastgrip, una delle start-up più dinamiche nel mondo dell’uso degli smartphone per il video, è stata pubblicato un case history con una mia testimonianza.
Cliccate qui per leggere l’articolo in originale, che di seguito traduco in italiano omettendo la fin troppo benevola presentazione che mi hanno dedicato.
A proposito i posti disponibili per il corso stanno finendo, per cui se vi interessa affrettatevi (per ora il corso è destinato solo ai giornalisti iscritti a Stampa Romana).

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Corso di Phone-O-Graphy a Roma

Corso di Phone-O-Graphy a Roma

@the End of Europe from Nico Piro on Vimeo.

L’Associazione Stampa Romana organizza un corso di phone-o-graphy per l’11 e il 12 aprile prossimi di cui Enrico Farro ed io saremo docenti. Dovrebbe essere il primo in Italia ma poco importa, di sicuro è un’occasione importante per diffondere l’uso dell’iPhone al servizio delle news video (per un esempio, guardate il video pubblicato in pagina tutto girato con un “telefono”).
Ecco il comunicato diffuso dal segretario di Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, con tutti i dettagli per l’iscrizione:

Corso di formazione e laboratorio per riprese e montaggio IPHONE

Cari colleghi,

recenti statistiche indicano nella produzione video il traino della comunicazione e del giornalismo digitale.

Il consumo di video cresce sulla rete. Tra qualche anno è possibile che il 90% del traffico on line passi dal video.

Una modalità così orientata verso il mercato di nativi digitali fa il paio con la grande diffusione di strumenti molto agili di lavoro.

E’ sufficiente uno smartphone di nuova generazione per poter girare con una buona qualità professionale.

Stampa Romana continua ad investire sulla formazione professionale dei colleghi.

E lo fa lanciando un corso sul video e montaggio con l’iphone per le news.

ASR ritiene che il filone del video e del montaggio possa arricchire la cassetta degli attrezzi dei giornalisti iscritti al sindacato.

Almeno quattro profili di colleghi potrebbero essere interessati dalla nostra iniziativa:

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KILLA DIZEZ – backstage (2)

KILLA DIZEZ – backstage (2)

Tre piedi…

IMG_2119Il cavalletto è probabilmente l’accessorio più odiato della storia contemporanea della video-fotografia. Avendone tre, una delle sue gambe te la ritrovi sempre tra i piedi.
Purtroppo se si intende usare una “macchina fotografica” (le virgolette sono d’obbligo) per girare video, è un accessorio non solo fondamentale ma irrinunciabile. La telecamera, con tutti i suoi limiti “fotografici”, resta l’attrezzatura d’elezione per “girare”, perché è bilanciata, è stabile e può essere utilizzata a spalle come a mano. Tutte cose molto più difficili con una “macchina fotografica”, per ovvi motivi di peso, ergonomia e dimensioni, per questo è necessario usare sempre il cavalletto e smettere di illudersi di poter usare la macchina in certi movimenti come se fosse una telecamera (per questo genere di esigenze sono stati sviluppati dei rig – dei telai – che tengono l’apparecchio bilanciato e ne consentono un’impugnatura ad uno o due mani, peccato che oltre ad essere molto ingombranti e quindi sconsigliati per questo genere di “assignment”, sono anche molto car).

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Rotte, opinioni e…La Curiosità!

Meno male che c’è la “curiosità”! Così almeno si torna a parlare di Afghanistan! Per una volta, almeno, guardando anche al lato non bellico del paese. La curiosità questa svolta (scattata dopo la pubblicazione dei dati sulla telefonia cellulare nel monda) riguarda l’ex-amabasciatore talebano in Pakistan, il portavoce del movimento (negli anni in cui si “impiaccavano” le tv – e non solo – ai pali della luce), che non riesce a separarsi dal suo iPhone. E’ uno dei pochi afghani, che pur nel boom della telefonia mobile nel paese, riesce a permettersene uno.

Rotte
“ricomposte”. Dopo settimane di intenso lavoro diplomatico e dopo le anticipazioni dei giorni scorsi, è ufficiale l’ “apertura” del corridoio logistico attraverso la Russia ed il territorio uzbeko per riparare alla “perdità” di quello pakistano di cui comunque è chiaro che non si potrà fare del tutto a meno.

Opinioni. Sempre sul NY Times, che negli ultimi giorni dimostra un certo attivismo sul tema afghano (che sia l’inizio della riscoperta della guerra dimenticata? almeno da parte dei media Usa?) segnalo l’editoriale “Wars, Endless Wars” non solo perchè interessante in quanto tale ma perchè è il barometro delle critiche che stanno iniziando a montare intorno alla “surge”, l’aumento delle truppe voluto da Obama, tutte incentrate sulla crisi economica e su una domanda che sintetizzerei così: più truppe ok, ma per fare cosa? La stessa che pone il veterano John Murtha, “battitore libero” ma parlamentare esperto di questioni militari (nonchè in posizione chiave per l’assegnazione del budget alle forze armate).