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Afghanistan, il dibattito di Emergency a Firenze

Con molto ritardo, spero giustificabile, pubblico la sintesi del dibattito sull’Afghanistan tenutosi l’otto settembre scorso durante l’annuale meeting dei volontari di Emergency, quest’anno svoltosi a Firenze. Ecco la sintesi da PeaceReporter, dibattito al quale ho partecipato anch’io in diretta telefonica dalla provincia di Kunar assieme al Tenete Generale Fabio Mini, all’analista militare Gianandrea Gaiani, al chirurgo di guerra Marco Garatti, al giornalista Emanuela Giordana, per la moderazione di Enrico Piovesana.

Il dibattito ha avuto una coda con l’intervento (sul suo blog) di uno dei partecipanti, Gianandrea Gaiani, giornalista ed analista militare molto esperto che conosce bene le missioni italiane all’estero. Ecco il suo intervento sul blog di Panorama che tra l’altro segnalo per il suo approccio non sempre “convenzionale” e scontato a tutta una serie di temi militari. La replica eccola qui, firmata da Enrico Piovesana (l’afghanologo di PeaceReporter nonchè il moderatore di quella serata). Il tutto mi sembra un buon contributo per capire e per farsi un’opinione.

Perdite

La guerra in Afghanistan è sempre più discussa in Gran Bretagna, nonostante questo sondaggio dimostri che il supporto alla missione è in leggero rialzo (pur a fronte di un’opinione pubblica divisa). Nei primi dieci giorni del mese, i britannici hanno subito quindici perdite, un dato che sta scuotendo l’opinione pubblica del paese. Sono perdite legate all’operazione nell’Hellmand e che toccano anche le truppe americane (il 6 luglio, sette soldati americani sono morti in diversi episodi in diversi luoghi del paese). Stamattina ho appena visto una nota dell’Isaf che comunica la notizia di due vittime, pur senza precisarne la nazionalità come da pressi del quartier generale della missione, mentre  dall’Hellmand arriva la notizia (ancora molto vaga) di un elicottero caduto; aveva civili a bordo, pare contractors.

Sempre sull’offensiva nell’Helmand e sui suoi temuti effetti di “push”, ovvero di spinta dei talebani a ricollocarsi in altre aree (un mero travaso quindi) come la confinante provincia di Farah (dove potrebbero complicarsi e di molto le cose per i militari italiani che operano nell’area), segnalo questo reportage da Lashkargah, una delle rare testimonianze dalla capitale provinciale.