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La battaglia di Wanat, da figlio a padre

Greg Jaffe del Washington Post ha vinto, pochi giorni fa, il premio “Gerald R. Ford”, dedicato al giornalismo americano che si occupa di guerra e temi legati alle forze armate. Jaffe è stato premiato per la sua inchiesta in tre parti su quello che verrà ricordato come l’episodio più frammatico (ho pochi dubbi al riguardo nonostante la notoria generosita del futuro in quanto a spargimenti di sangue) della presenza americana in Afghanistan, ovvero la battaglia di Wanat – di cui ho scritto in questo blog diverse volte.
Jaffe ha realizzato un’inchiesta in tre parti (1 “inside the wire” – 2 A Father’s Pursuit – 3 The Valley Today) con una particolare chiave di lettura, quella del padre di uno dei caduti (il tenente Jonathan Brostrom) nella ricerca della verità o meglio della ricostruzione di un episodio costato la vita a otto soldati. All’epoca i feriti furono 27, in un attacco massiccio dei talebani contro questo remoto avamposto nella provincia del Nuristan, aperto nell’estate del 2008 e durato solo pochi giorni.
Segnalo, a corredo della serie, la bellissima ricostruzione multimediale (contiene anche video militari declassificati). Sempre a proposito della battaglia di Wanat, nel novembre scorso la tv americana ABC ha diffuso un video dell’attacco, girato dai talebani che aiuta a capire le dimensioni della battaglia. Le inchieste interne successive hanno portato a sanzioni per gli ufficiali in campo, compreso un decorato con la silver star per la stessa battaglia.

Almeno un’altra settimana di guerra a Marja…Ma è solo l’inizio

Mine ed IED da disinnescare, cecchini da eliminare, case da perquisire, bunker da far saltare, covi talebani (soprattutto nella parte sud della città) da bonificare…Il tutto a ritmi necessariamente lentissimi per cui a Marja si combatterà almeno per un’altra settimana. Lo sostiene il generale Lawrence D. Nicholson, che comanda la 2nd Marine Expeditionary Brigade in questa corrispondenza del Washington Post. Sin’ora a morire, secondo fonti militari, sarebbero stati 12 militari Nato (di questi, otto marines), centinaia di guerriglieri e almeno 14 civili ma la “ripresa” della città è ancora lontano e non è detto che una volta “ripulita” un’area infestata dai talebani non si apra uno stillicidio in stile iracheno di attacchi urbani su piccola scala (interessante al riguardo questo articolo di RFE). Squadre di cecchini dei marines sono state infiltrate dietro le “linee” talebane a Marja proprio per agevolare l’ingresso nella parte sud della città mentre quella nord inizia lentamente a ripopolarsi (si sta lavorando per creare una “bolla di sicurezza” via via sempre più ampia).
Ovviamente quando cesseranno i combattimenti, inizierà la vera battaglia…quella per conquistare il supporto della popolazione locale e mostrare loro che conviene stare dalla parte del governo Karzai. E più passa il tempo, più i civili rimangono in ostaggio di una battaglia che non li appartiene, più sarà difficile convincerli che ne è valsa la pena.


Marja non è che l’inizio
, questo era chiaro da tempo ma il generale Petraeus (l’uomo dell’Iraq “pacificato”, l’ispiratore di McCrhystal e della strategia aghana di Obama) oggi a “Meet the Press” della Nbc ha spiegato come dopo la città dell’Helmand (dove tra l’altro ipotizza un mese di tempo per renderla completamente sicura) toccherà ad altre roccaforti talebane (anche nell’italiana Farah quindi?), in una campagna che durerà dai 12 ai 18 mesi (la Bbc ha una buona sintesi dell’intervista). Pare certo che il prossimo bersaglio sarà Kandahar, la capitale spirituale dei talebani.

La battaglia di Parmakan

Il link all’edizione integrale del Tg3 delle 14.20

Il link al servizio ripreso da Repubblica.it

Il link al servizio ripreso da Corriere.it

Il servizio dal sito del Tg3

Al Tg3 delle 14.20 di oggi è andato in onda un mio pezzo realizzato da Herat nei giorni scorsi con immagini esclusive da me ottenute da fonti non ufficiali. Le immagini documentano la battaglia del 23 e del 24 settembre scorsi nella Zyrko valley, distretto di Shindand, la parte più meridionale e più rischiosa della provincia di Herat. Una battaglia avvenuta in episodi distinti, sostanzialmente nella zona del villaggio di Parmakan e che ha visto impegnati i parà della folgore.

Nella valle si produce la maggior parte dell’oppio dell’Afghanistan occidentale (che è sostanzialmente una regione poppy-free), la Zyrko valley è inoltre una zona di etnia pasthu, tra le cui file la guerriglia è molto radicata. Una valle dove sin’ora non si avventuravano che le forze speciali, soprattutto americane. Nella zona, tra l’altro, da oltre due anni, si prova a costruire un ponte che sarebbe strategico per la mobilità nell’area.

Da luglio  il generale Castellano, con l’obiettivo di portare la presenza del governo di Kabul nell’area (dove tra l’altro a breve si rafforzerà la presenza militare italiana e non, vedi questo post di qualche giorno fa) vi ha schierato la task force elettorale, un pugno di uomini e donne che stanno lavorando intensamente nell’area al comando del Tenente Colonnello Alessandro Abamonte.

Le immagini mostrano la risposta al fuoco, con le mitragliatrici dei Lince, i fucili d’assalto in dotazione personale ma anche con panzer faust (una sorta di rpg) e mortai; si concludono con alcune scene dell’evacuazione medica dei feriti in elicottero.


AFGHANISTAN: SUL TG3 LA BATTAGLIA DEGLI ITALIANI A PARKAMAN

(ANSA) – ROMA, 6 OTT – Militari italiani in battaglia in Afghanistan. Il Tg3 ha mandato in onda un servizio con immagini
esclusive, ottenute da fonti non ufficiali, dei combattimenti che i parà della Folgore hanno sostenuto il 23 e il 24
settembre nella Zirko Valley, nel distretto occidentale di Shindand.
Il filmato, in particolare, è stato girato il 23 nei pressi del villaggio di Parmakan, dove gli italiani sono finiti sotto
attacco. Si vedono i blindati Lince fermi ai margini di un pianoro. Dall’altra parte un nemico invisibile, nascosto tra la
vegetazione, ma che spara con tutti i mezzi a disposizione: kalashnikov, razzi rpg, mortai.

Gli italiani rispondono e il crepitio degli spari è la colonna sonora del video. Quella battaglia, in un’area dove si
produce la maggior quantità di oppio dell’Afghanistan occidentale, dura due ore.
Sparano i mitraglieri sulle torrette dei Lince, sparano i loro compagni a terra con i ‘panzerfaust’: non c’é rischio di
fare vittime civili, la zona lì intorno è disabitata.
In quei due giorni di combattimenti nella Zyrko valley tre militari italiani sono rimasti leggermente feriti: uno il 23,
colpito a un gomito mentre si trovava al suo posto di mitragliere in ralla, e due il 24, uno ferito a una mano e
l’altro al collo. Nel servizio di Nico Piro si vede anche l’evacuazione di questi parà in elicottero, tra una nuvola di
polvere e sabbia.

APCOM Afghanistan/ Tg3 manda in onda battaglia della Folgore a Parkaman

Attacco talebano con razzi e lanciagranate, evacuazione feriti

Roma, 6 ott. (Apcom) – Una vera e propria battaglia fra parà della Folgore e talebani nel distretto di Shindand, la parte più pericolosa della provincia di Herat in cui è schierata la maggior parte dei militari italiani: è l’esclusiva del Tg3 mandata in onda oggi e relativa a combattimenti dello scorso 23 settembre.

Le immagini del servizio di Nico Piro, girate nei pressi del villaggio di Parkaman, sono state ottenute da fonti non ufficiali: i paracadutisti vengono attaccati dai miliziani con kalashnikov e razzi rpg e mortai in una zona stepposa, e si scatena una vera e propria battaglia. I soldati italiani sono costretti infatti a rispondere con mitragliatrici e anche con i lanciagranate ‘Panzerfaust’ e possono farlo senza rischi per la popolazione civile: la zona per fortuna è disabitata.

I militari italiani nei blindati lince combattono per circa due ore contro i nemici, e gli scontri si ripeteranno il giorno dopo: la zona, nota come Zirko Valley, è una delle più strategiche perché da qui viene la maggior della produzione di oppio dell’Afghanistan occidentale con cui i talebani si finanziano.
Per questo la coalizione Nato-Isaf sta cercando di ottenerne il controllo. E il generale Rosario Castellano, comandante della Regione Ovest Isaf sta utilizzando i parà della task force inviata per le elezioni.

Nei combattimenti di quei giorni vengono feriti tre parà italiani, per fortuna tutti in modo lieve: nelle immagini si vedono due di loro, colpiti alla mano e al collo, mentre sono evacuati in elicottero.